Correndo nel ricordo, terzo trail di Capoterra
Una scommessa.
La scelta “politica” di organizzare una bella gara con pochi soldi era una scommessa. Abbiamo scommesso sulla passione e sul volontariato come motori sociali alternativi al denaro.
L'Atletica Capoterra, il gruppo scout AGES, il GRUSAP, l'Assoraider, i colleghi del CRS4, la Protezione Civile, l'associazione Misericordia, la Società Cooperativa Poggio dei Pini, gli sponsor, i “ragazzi di piazza Repubblica” e tanti altri, hanno tutti, volontariamente, contribuito alla riuscita della manifestazione.
Se invece di un'agenzia pubblicitaria ti trovi Tore, che chiama uno ad uno i suoi amici per cercare di convincerli a venire;
se invece di un'azienda di catering ti trovi Priamo che regge sulle sue spalle da gigante buona parte del peso dell'organizzazione pratica, dalla logistica al lavoro manuale;
se invece di guide alpine, ti trovi i montanari di Capoterra a pulire e mettere in sicurezza il percorso come nella tradizione locale;
se invece di uno studio di design, ti trovi Gavino o Marco, disposti a passare ore della notte a fare disegnini al computer;
se invece di un medico di gara ti trovi Stefano che, oltre a curare corpi, dà un grande contributo d'idee;
se invece d'ingaggiare grandi atleti di richiamo, richiami atleti considerandoli, ognuno a suo modo, tutti “grandi” ...
se fai tutte queste cose, riesci a contenere i costi della manifestazione al minimo. Ma non è solo una questione economica. Le cose fatte con passione possono essere imperfette ma hanno una vitalità e un'anima che manca a molti lavori professionali. E le imperfezioni sono state davvero tante ma anche la vitalità credo che fosse percepibile in tutto, nei sentieri, puliti ma vivi, nel profumo del bosco, nel colore dei corbezzoli, nel sapore dei malloreddus, nelle tazze e nel loro contenuto, nel clima di festa.
Noi però, abbiamo solo preparato il contenitore; siete voi atleti, con la vostra presenza appassionata ad averlo riempito nel modo migliore. Se la scommessa è vinta è grazie a voi.